Gli Smashing Pumpkins. Storia di una rivoluzione musicale - di Francesco Marsili
Pochi sono gli esempi, nel panorama musicale contemporaneo, che possono vantare di aver saputo rinvigorire la stanchezza di un genere come il Rock: gli Smashing Pumpkins ( in italiano le zucche spiaccicate, ndr) sono tra questi.
La band vide la luce nel 1988 grazie all'idea di Billy Corgan, cantante, autore della maggior parte dei pezzi e unico elemento stabile del gruppo fino ad oggi, e James Iha, chitarrista giapponese d'origine ma statunitense di adozione.
Billy, chitarrista autodidatta e militante nei Marked, una band di poco successo, si guadagna da vivere lavorando in un negozio di dischi usati; la sua professione gli permette di conoscere da vicino la scena underground di Chicago, città dove vive: sarà in uno di questi eventi che conoscerà James, all'epoca reduce da una fallimentare esperienza con gli Snake Train: il chitarrista nipponico rimane molto colpito dalle canzoni di Billy, a tal punto da proporgli una collaborazione artistica. Il primo nucleo dei futuri Smashing Pumpkins è così costituito.
Ma Billy e James non bastano. I due ragazzi si guardano attorno e dopo un periodo di prova, reclutano la bassista polacca D'arcy Wretzky, conosciuta da Billy all'Avalon Nightclub di Chicago; inizialmente le parti relative alla batteria vengono suonate tramite supporto elettronico, fino all'entrata di Jimmy Chamberlin, originario dell'Ilinois, fortemente voluto da Billy. Sarà questa la formazione che passerà alla storia come una delle più importanti band alternative rock degli anni novanta.
Il gruppo farà gavetta nella scena underground di Chicago fino al 1991, anno della pubblicazione del primo album, Gish, con la Caroline Records, una affiliata della Virgin: forte è l'influenza del metal anni settanta (Black Sabbath in primis), del grunge in voga in quegli anni e, per alcuni aspetti, del dream pop. Pur essendo un album nel complesso ancora acerbo, si possono già notare quelle che diverranno nel tempo caratteristiche tipiche della band: sonorità distorte ma al tempo stesso orecchiabili e una profonda malinconia a caratterizzare la maggior parte dei testi.
Il 1993 è l'anno della consacrazione sul suolo Statunitense, con la pubblicazione di Siamese Dreams da parte della Virgin. Sarà ricordato dagli stessi componenti della band come l'album più difficile mai registrato, non tanto dal punto di vista esecutivo (non sono presenti, infatti, brani complessi in questo senso), quanto per il contesto: i problemi di depressione di Billy che quasi lo inducono al suicidio, la crisi relazionale tra D'arcy e James e i sempre più evidenti problemi di tossicodipendenza di Jimmy.
L'album, caratterizzato dalla fusione di vari generi tra cui il rock (progressivo e psichedelico) il grunge e il dream pop, mette ancora più in risalto le sorprendenti capacità tecniche dei quattro, nonché la già accennata malinconia nei testi (qui più evidente che mai complici i problemi personali di Billy) che accompagnerà il gruppo anche negli anni a venire. Today e Disarm sono senza dubbio le tracce più rappresentative.
Segue la pubblicazione nel 1994 di Pisces Iscariot, una raccolta di b-sides e altre tracce scartate in precedenza.
Nel 1995 arriva il definitivo successo mondiale, con la pubblicazione del doppio concept-album Mellon Collie & The Infinity Sadness, unanimemente considerato il miglior lavoro della band nonché uno dei più importanti album rock di sempre. L'album viene alla luce nel momento più difficile del panorama musicale internazionale: la morte improvvisa di Kurt Cobain e la graduale decadenza del Grunge lasciano milioni di fan sparsi in tutto il mondo privi di una guida spirituale, così Billy e soci non tardano a farsi sentire: superate le imperfezioni dei primi lavori, la band si lascia trascinare da uno sperimentalismo selvaggio, alternando brani orchestrali come la splendida Tonight Tonight (ancora oggi ritenuta un mantra dai fan della band) a brani più duri come Here's No Why e Bullet With By Butterfly Wings (celebre il feroce retrain a metà canzone, simbolo di una generazione intera); non mancano inoltre sperimentazioni pop, come nel caso di 1979, una delle canzoni più famose e impresse nell'immaginario collettivo. L'album, in sintesi, si presenta senza una apparente coerenza stilistica, dove la solita aura malinconica e decadente funge da collante per le tracce.
Da questo momento in poi Billy (autore della maggior parte dei testi e della musica) diventerà sempre più dispotico e autoritario nei confronti degli altri membri della band, e questo renderà i rapporti sempre più tesi. Nel 1996, a poco più di un mese dalla conclusione del tour promozionale dell'album, il batterista Jimmy viene estromesso per i suoi noti problemi di droga.
Concluso il tour, i tre membri rimanenti si prendono un periodo di riposo per poi tornare in studio e registrare il nuovo album, che verrà alla luce nel 1998 con il titolo Adore. In questo lavoro lo stile del gruppo cambia radicalmente, anche per cause di forza maggiore: l'abbandono di Jimmy lascia una pesante lacuna a livello ritmico, che la band pensa di sopperire con basi elettroniche e suoni più melodici e meno duri rispetto ai precedenti, che tuttavia non piacquero alla maggior parte dei fan. Adore, nonostante l'evocativa atmosfera crepuscolare, è infatti uno degli album accolti più freddamente dal pubblico, sebbene le recensioni della critica siano state positive. In questo periodo Billy attraversò la morte della madre, che per lui fu molto dura. Furono soltanto due le tracce estratte dall'album, Ava Adore (il cui videoclip valse alla band il premio video più elegante ai Fashion Awards) e Perfect.
Qualcosa però, è destinato a rompersi. I rapporti si fanno più tesi che mai e il 1999 vede il ritorno di Jimmy, ora pulito, alla batteria, e la fuoriuscita di D'arcy per dedicarsi ad altri progetti, ma non prima di concludere la registrazione dell'album Machina/The Machine of God, che sarà pubblicato nel 2000. In questo album riaffiora il forte sperimentalismo stilistico che aveva caratterizzato il già citato Mellon Collie: inizialmente pensato come doppio concept-album, poi realizzato come album singolo, Machina segna il ritorno alle sonorità distorte dei primi anni, un maggiore utilizzo dei supporti elettronici e arrangiamenti più elaborati: in un'intervista Billy motiverà tale scelta col proposito di riversare tutta l'esperienza musicale accumulata in un'intera carriera. Anche i testi subiscono un significativo cambiamento: non si intravede più rassegnazione nella malinconia (ormai cronica) della band, ma ottimismo e speranza che, seppur con difficoltà, ritagliano il proprio spazio tra le note ( Try, Try, Try) . Il pubblico e la critica considereranno l'album come “il punto più basso che gli Smashing potessero toccare”, pieno di banalità e privo di mordente.
Con la conclusione del relativo tour promozionale, l'agonia degli Smashing Pumpkins ha termine: Billy, dopo aver autopubblicato Machina II/ The Friends and Enemis of Modern Music (seguito di Machina, scartato dalla Virgin), tramite un'emittente radiofonica annuncia lo scioglimento del gruppo: è il maggio del 2000.
Passano alcuni anni. Dopo il fallimento del super-progetto Zwan e la rivelazione di scottanti retroscena sulla fine degli Smashing Pumpkins che incrinarono ulteriormente i rapporti con gli altri ex-membri, Billy torna a farsi sentire, dichiarandosi pronto a intraprendere la carriera solista, salvo poi tornare sui suoi passi dopo che The Future Embrace, unico disco solista di Billy e pubblicato nel 2005, non riscuote il successo sperato. Decide così di ricostituire gli Smashing Pumpkins senza coinvolgere (fatta eccezione per il batterista Jimmy) i membri originari. Al posto di James (che ora milita negli A Perfect Circle) e D'arcy (ritiratasi definitivamente dal mondo della musica) vengono reclutati vari turnisti.
Nel 2007 il ritorno si concretizza con la pubblicazione di Zeitgeist, che si presenta come un misto tra rock e pop sperimentale, confermando l'ormai febbrile ispirazione di Billy. E' un altro insuccesso. Notevole è invece il lavoro a livello di artwork: attraverso la suggestiva immagine della statua della libertà semi-sommersa dal mare, la band sembra quasi prospettare un futuro nero (come sarà poi in effetti). Si ricorda di questo album la traccia Tarantula, inserita, a più riprese, nel popolare videogioco Guitar Hero.
Il 2009 è l'anno di Teargarden by Kaleidyscope, progetto inizialmente costituito da 44 tracce (ridotte poi a 10) che sarebbe stato gradualmente pubblicato sul sito ufficiale della band. Billy dichiarerà di aver interrotto il tutto per potersi dedicare a tempo pieno alla lavorazione dell'album Oceania, che sarebbe uscito nel 2012, dopo numerosi rinvii. Alla fine dell'anno Jimmy annuncia la sua seconda fuoriuscita dal gruppo, rendendo Billy l'unico membro attivo della storica formazione.
Proprio Oceania, album né carne né pesce, segna l'entrata in pianta stabile di Jeff Schroeder alla chitarra e di Nicole Fiorentino al basso, dapprima considerati semplici turnisti; al posto di Jimmy viene reclutato l'allora diciannovenne Mike Byrne dopo un provino che coinvolse, tra gli altri, l'ex batterista dei System of a Down John Dolmayan.
Siamo così arrivati al presente, dove la band, pubblicato Monuments of Elegy alla fine del 2014, è tuttora impegnata nel relativo tour promozionale. L'impressione che critica e pubblico si stanno facendo dell'album non è certamente delle migliori; i bei tempi di Mellon Collie (il cui spettro grava ancora sulla testa di un ormai esausto Billy) sembrano lontani, e difficilmente Billy e soci, nelle condizioni in cui versano, potrebbero pescare il coniglio dal cilindro; resta da chiedersi che cosa sia rimasto del loro patrimonio artistico, fonte di ispirazione per intere generazioni di adolescenti. Noi lo sappiamo. I dischi, la musica, la rabbia di chi, malgrado gli sforzi, è sempre rimasto un topo in trappola.
Francesco Marsili